Fattori di crescita piastrinici
Tecnica, oramai utilizzata in tutto il mondo, soprattutto nei paesi di lingua spagnola. Con l’utilizzo dei fattori di crescita piastrinici viene proposta una vera e propria azione rigenerante delle malattie della superficie oculare e della cute, attraverso la riattivazione della funzione fibroblastica.
I fattori di crescita piastrinici vengono ottenuti prelevando circa 200 – 250 cc di sangue venoso al paziente. Il prelievo viene sottoposto a centrifugazione per separare gli elementi figurati del siero. Si ottiene cosi, una una fase più densa e più scura, collocata nella porzione più profonda della provetta, rappresentata per la maggior parte degli eritrociti dagli altri elementi figurati del sangue, ed una fase più liquida e semitrasparente, posta superficialmente alla prima, rappresentata da siero ematico. Le piastrine si collocano, per il loro peso specifico minore rispetto agli altri elementi figurati, nella zona di passaggio tra la fase solida e la fase più liquida. E’ possibile, per questo, prelevare con una siringa il sopranatante della fase solida che sarà costituito prevalentemente da piastrine.
Nella siringa contenente piastrine concentrate si aggiunge cloruro di calcio che farà degranulare le piastrine con liberazione dei fattori di crescita in esse contenuti (platelet derived growth factors) si procederà quindi all’infiltrazione delle aree malate dell’occhio e/o delle palpebre. Per le malettie oculari c’è la possibilità di praticare la terapia con colliri galenici prodotti dal Centro Trasfusionale di riferimento. Le patologie curabili sono le ulcere corneali e palpebrali, le cicatrici (soprattutto perioculari spesso intrattabili), la secchezza oculare ed il trattamento postoperatorio di patologie come lo pterigio e le neoformazioni congiuntivali.